Probabilmente qualcuno di voi si sta chiedendo che c’entri il sesso con il Ddl Pillon e la politica, perché mai dobbiamo perdere tempo a parlare di leggi e aborto mentre siamo nel bel mezzo di una appassionante discussione su cunnilingus, pompini e orgasmi.
In realtà il legame è piuttosto stretto ma, se non avete idea di cosa sto parlando o se sentite che vi sfugge il contenuto di questo disegno di legge, potete leggere qui. Se invece non vi interessano le spiegazioni altrui e volete leggere il testo completo, così come partorito dalla mente diabolica del buon Pillon, andate qua. Oppure, se il tempo scarseggia ma lo stesso avete bisogno di sintesi per proseguire, potete leggervi al volo questa infografica, così sapete per lo meno i contorni della questione:

Un bigino di quanto prevede il Ddl Pillon attualmente al vaglio
I due argomenti, come potete iniziare a intuire, sono parecchio affini e indissolubilmente collegati tra loro. Ve la butto lì al volo: se non siamo (più) libere di mettere fine a un matrimonio perché considerate al servizio unico della famiglia, se non possiamo decidere di ciò che avviene al nostro corpo, considerato solo in termini di potenzialità riproduttive, in che modo potremo essere libere di parlare di desideri sessuali, di autodeterminazione, di libertà di scelta, di separazione tra amore e sesso? Perché mai dovremmo venir ascoltate, prese in considerazione e rispettate?
Traduco: checché ne dica Pillon, la sessualità delle donne non è finalizzata alla procreazione e la maternità non è un obbligo ma una scelta. Finché questi concetti non saranno scontati, finché tutti, uomini e donne, non li considereranno cose ovvie e banali, come dire che la terra è tonda e gira attorno al sole, fino a quel momento la libertà personale di autodeterminazione di una donna sarà in pericolo.

E niente. Questo è il Signor Pillon e quella accanto sono le sue dichiarazioni…
Fino a quel momento potrà essere cosa quotidiana sentire frasi come il “Tornatene in cucina” rivolta da un senatore PD, Mauro Lais, a una deputata di opposto schieramento. Sarà cioè possibile, facile e spontaneo ricordare a una donna che, se occupa un determinato posto pubblico, è solo per gentile concessione maschile, ché il vero luogo di una donna è la casa.
Il vero compito, quello meritevole di stima, è la cura dei figli.
Il vero obiettivo di vita, quello degno di rispetto, è la maternità (inconsapevole pure meglio…).
Con buona pace dei legittimi desideri personali delle donne in materia di lavoro, realizzazione personale, figli e sesso.
Per rendere indissolubili questi legami, il Ddl Pillon lega in maniera doppia la donna alla famiglia attraverso la leva economica: per separarsi occorre essere economicamente abbastanza forti e capienti da poter mantenere se stess* e i figli in maniera indipendente e paritaria. Dimenticando completamente che, proprio perché la vocazione femminile è allevare i figli, lo stipendio di una donna con figli è decisamente inferiore (finanche a un terzo) di quello del padre degli stessi bambini. Ecco le infografiche che Non Una di Meno/sezione Genova ha preparato per spiegare il Ddl:
- Con il decreto Pillon la donna sospettata di plagiare e mettere i propri figli contro il padre corre il rischio di perdere la responsabilità genitoriale
- La garanzia di bigenitorialità perfetta che prevede una giusta ed equa spartizione di tempi e domicili tra genitori risulta impensabile nell'ottica di una situazione familiare critica
- La predisposizione di un piano finalizzato al contrasto della cosiddetta "alienazione genitoriale" può comportare un serio rischio nel caso di un padre o una madre violenti
- La mediazione familiare è impensabile nei casi di violenza tra le mura domestiche, oltre a costituire un costo che per alcune persone può risultare insostenibile
Ora, obbligare a comportamenti identici e risposte equivalenti soggetti che partono da situazioni economiche diverse a causa del differente contributo preteso da loro in seno alla famiglia è la summa di ciò che è maschilista, retrogrado e sessista.
«Il mantenimento diretto – scrive Manuela Ulivi, presidente della Casa delle Donne Maltrattate di Milano – fa passare l’idea che ogni genitore possa dare la figlio pari tenore di vita. Ma sappiamo bene che non è vero: sono le donne a lasciare il lavoro quando nasce un figlio, sono loro che vengono penalizzate nel fare carriera e sono sempre loro a guadagnare di meno». E a proposito dell’obbligatorietà della mediazione famigliare – è sempre Ulivi a sottolinearlo – «L’esperienza insegna che non si può condividere con il maltrattante neppure l’informazione di aver deciso di chiudere il rapporto». Sulla riappropriazione del potere e del controllo maschile sul corpo delle donne si sofferma la petizione dei Centri antiviolenza D.I.R.E: il Ddl non terrebbe conto, tra le altre cose, del «pregiudizio per cui sono le donne a essere viste come responsabili degli atti violenti, e non vittime (…) colpevoli di non essere riuscite a tenere insieme la famiglia e di impedire la relazione dei padri coi figli».
Dove manifestare: ecco gli appuntamenti in tutta Italia
La mobilitazione contro il disegno di legge Pillon su separazione e affido vede fianco a fianco centri antiviolenza e organizzazioni sindacali, associazioni di donne e del terzo settore, movimenti quali Non una di meno, associazioni professionali, comitati cittadini formatasi ad hoc e associazioni che si occupano di infanzia è presente in tutte le regioni italiane con sit in cortei, incontri pubblici e presidi in oltre 60 città.
Se volete partecipare e avete bisogno di un bel cartellone da mostrare, potete scaricarvi quelli preparati dalle combattive ragazze di Non una di meno. Ne trovate pure uno vuoto, se volete personalizzare il messaggio. Eccoli:
Se non riuscite ad essere presenti sabato, potete sempre firmare la petizione lanciata su Change.org da D.i.Re che ha superato ormai le 100.000 firme. L’obbiettivo è arrivare a 150.000 firme.
Di seguito trovate tutte le iniziative previste per la giornata di sabato 10 novembre, con orari e luoghi e gli striscioni che possono essere stampati e usati durante la giornata:
Alessandria: incontro con la cittadinanza, Istituto scienze giuridiche ed economiche dell’Università del Piemonte Orientale, via Mondovì 8, ore 10.30
Ancona: piazza Roma, dalle 10
Bari: piazza Madonnella, ore 17
Bergamo: piazza Matteotti, davanti al Municipio, ore 10
Bologna: piazza Re Enzo, dalle 15 alle 18
Bolzano: incontro pubblico con proiezione del film L’affido, Liceo Carducci, ore 20
Brescia: corso Zanardelli, ore 16. A seguire il 12 novembre, assemblea pubblica alla Sala Civica Pasquali a partire dalle ore 17.30
Brindisi: incontro pubblico, Palazzo Nervegna, sala Università, via Duomo 20, ore 17,30
Cagliari: piazza Garibaldi, ore 16
Caserta: piazza Vanvitelli, ore 17
Catania: via Etnea, angolo Prefettura, dalle 17
Catanzaro: piazza della Prefettura, ore 17
Cesena: sensibilizzazione itinerante in tutto il territorio comunale, ore 8.30-12
Crema: piazza Duomo, dalle 10 alle 12. Il giorno 8 novembre dibattito preparatorio con proiezione del film L’affido al Cinema multisala Portanova, ore 21
Cosenza: Cinema S. Nicola, ore 18: proiezione del film L’affido e dibattito
Faenza: piazza del Popolo, dalle 9 alle 12 e incontro pubblico presso centro antiviolenza SOS Donna, via Laderchi 3, ore 9-12
Ferrara: piazza Savonarola, ore 15.30
Firenze: assemblea pubblica c/o ARCI, piazza dei Ciompi 11, ore 10
Follonica: 9 novembre Parco Centrale, Mercato del venerdì, ore 10.30-12.30 e 10 novembre, via Chirici (davanti al Supermercato), ore 10.30-12.30
Forlì: piazza Saffi, ore 15
Genova: Giardini Luzzati, dalle 15 e passeggiata femminista da Piazza Matteotti alle 17.30
Grosseto: piazza Baccarini (centro storico), dalle 16 alle 19.30
Imola: viale Amendola 8, davanti al Consultorio familiare, ore 10, flashmob itinerante
Lecce: incontro pubblico, via Santa Maria del Paradiso 12, ore 10.30. A seguire incontri pubblici a Diso (Lecce), il 13 novembre, piazza dei Cappuccini alle 16, e Squinzano (Lecce), il 14 novembre, via del Crocifisso 12, ore 17
Lucca: piazza San Michele, dalle 10 alle 17
Lugo: 7 novembre, Mercato di Lugo, ore 9-12 e 10 novembre, incontro porte aperte, Centro antiviolenza Demetra Donne in aiuto, corso Garibaldi 116, ore 10-12
Milano: piazza della Scala, dalle 15
Modena: piazza delle Torri, dalle 17 alle 18.30
Napoli: piazza Salvo D’Acquisto, dalle 10
Orbetello: mercato settimanale del sabato, dalle ore 10 alle 12
Orvieto: Torre del Moro nel centro storico, ore 10-19 e 12 novembre, dibattito con proiezione del film L’affido, Nuovo Cinema Corso, ore 20.45
Padova: sul Liston, via VII Febbraio di fronte a Palazzo Moroni, sit ore 15, a seguire passeggiata femminista dalle 16.30
Palermo: manifestazione regionale con corteo da Piazza Croci a Piazza Verdi, partenza ore 15.30
Parma: via Mazzini, dalle 10 alle 13
Perugia: piazza Italia, ore 15
Pescara: incontro di approfondimenti presso Libreria Feltrinelli, via Milano, ore 11-12.30, a seguire presidio in piazza Unione dalle ore 17
Piacenza: presidio informativo a piazza Cavalli dalle ore 10.30 e poi manifestazione a Piazza Duomo ore 15.30 Il 16 novembre dibattito pubblico con proiezione del film L’affido, sala
Pisa: Largo Ciro Menotti, ore 16, corteo a partire dalle 17.30
Pizzo: Marina, incontro pubblico Centro La Tonnara, ore 17

#StatoDiAgitazionePermanente
#NUDM
Prato: 12 novembre, dibattito con proiezione del film L’affido, Cinema Eden, ore 20.30
Potenza: piazza Mario Pagano dalle 11 alle 13
Ragusa: piazza San Giovanni, ore 16
Ravenna: piazza Unità d’Italia, ore 15.30-18.30
Reggio Calabria: Scalinata Teatro Cilea, dalle 16 alle 19.30
Reggio Emilia: piazza dei Martiri del 7 luglio, ore 17-18
Rimini: piazza Tre Martiri, ore 9.30-12.30
Roma: Piazza Madonna di Loreto, ore 11
Scicli: piazza Municipio, ore 18
Taranto: incontro pubblico, Biblioteca Acclavio, ore 15.30
Terni: piazza della Repubblica, ore 17.30
Torino: piazza Carignano, ore 15.30, a seguire incontro pubblico presso il Teatro Nuovo, ore 17.30 e proiezione del film L’affido alle 21
Trento: il 13 novembre alle 20, Cinema Astra, dibattito pubblico con proiezione del film L’affido
Valdichiana: staffetta nei 10 comuni con proiezione del film L’affido dal 1 al 10 novembre
Varese: presidio, piazza del Garibaldino, ore 17
Venezia: Campo San Giacomo di Rialto, ore 11.30
Viareggio: piazza Mazzini, dalle 15.30 alle 18.30
Vicenza: corteo dall’Esedra di Campo Marzio a piazza Matteotti, con partenza alle ore 10
Viterbo: volantinaggio performativo in varie piazze, vari orari
Con D.i.Re Donne in rete contro la violenza, la rete nazionale dei centri antiviolenza, si sono mobilitati UDI Unione donne in Italia, Fondazione Pangea, Associazione nazionale volontarie Telefono Rosa, Maschile Plurale, CGIL, CAM Centro di ascolto uomini maltrattanti, UIL, Casa Internazionale delle donne, Rebel Network, il movimento Non una di meno, CISMAI Coordinamento italiano servizi maltrattamento all’infanzia, ARCI e Arcidonna nazionale, Arcigay, Rete Relive, Educare alle Differenze, BeFree, Fondazione Federico nel Cuore, il Movimento per l’Infanzia, Le Nove, Terre des hommes, Associazione Manden, CNCA Coordinamento nazionale comunità d’accoglienza, Rete per la parità, Associazione Parte Civile, DonnaChiamaDonna, One Billion Rising, Futura, UDU Unione degli universitari, LAIGA – Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della L. 194, Palermo Pride, e tante altre realtà, che in taluni casi hanno dato vita a livello territoriale a un Comitato No Pillon.