IMPARA L’ARTE E METTILA DA PARTE
Vi piace il sesso orale? A me sì parecchio, lo confesso. Anche se all’inizio, devo ammetterlo, non era proprio la mia pratica preferita.
Non solamente perché le mie prime esperienze erotic-soft da adolescente milanese anni ’90 sono avvenute al cinema il sabato pomeriggio. Il primo fidanzatino era maldestro e brufoloso e io imbragata nel mio primo push-up imbottito (a tal proposito, calendario alla mano era il 1994 e sui manifesti di mezza Milano campeggiava in tutta la sua magnificenza Eva Herzigova e le sue tette atomiche. Voi avete idea della botta per l’autostima di una 16enne minus tettata?), lui non sapeva nemmeno da dove partire e io ben mi guardavo dal regalargli un’esperienza di quel genere.

Guardami negli occhi e dimmi che mi ami. Campagna per il regiseno Wonderbra, 1994
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Con gli anni, le uscite di coppia diventano serali e si spostano dal cinema alla macchina o alla discoteca, ma la sostanza poco cambia. Per l’amore di dio, fai anche le tue prime esperienze, ma tra difficoltà oggettive, limiti del luogo prescelto e incapacità strutturale dei soggetti, il sesso orale rimane un misto tra tabù, desiderio inespresso e goffi tentativi che, nella migliore delle ipotesi, si concludono in tentativi di soffocamento e sbavi sui jeans.
Poi però le cose migliorano: i più fortunati o avventurosi vanno a studiare fuori casa, gli altri possono contare per qualche ora sull’ospitalità di qualche amico o sugli impegni materni che lasciano la dimora familiare senza supervisione, ma -cronometro alla mano- il tempo dedicato al sesso orale non aumenta, nè ovviamente la nostra capacità di praticarlo e riceverlo.

Mikhail Dolgopolov – Atto divino
E comunque, se il pompino è un atto divino, allora oggi, purtroppo, Youporn è la sua chiesa!
La scultura, in bronzo massiccio, fu presentata al Festival di Spoleto nel 2012.
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SAPER FARE LE COSE AIUTA A ESSERE RILASSATI
La bassa soddisfazione legata alle performance orali al giorno d’oggi possono lasciare interdetti o quanto meno perplessi, ma se pensate che in fondo nessuno di noi ha mai dedicato tempo o attenzione a ciò, la cosa non dovrebbe stupire poi tanto. Per intenderci, avete speso più tempo della vostra vita a imparare a sbucciare una mela o ad allacciarvi le scarpe, che ad imparare a succhiare. Ma cosa pretendete?
La cosa bella è che non è molto difficile. E se diventa facile, vi posso assicurare che diventa pure divertente. Lo ripeto sempre anche a mia figlia che non ne ha per la quale di imparare a leggere. Le dico che finché non avrà imparato a leggere a occhi chiusi (ecco, questo forse vale più per i pompini che per la lettura, ma tant’è) le parrà solamente faticoso. Ma dopo…. Dopo le si schiuderà un mondo di magia e luoghi incantati, esattamente come a voi!
Ora, prima di proseguire, sono certa che c’è tra voi chi pensa: ma a me fa schifo! Cioè, non è che non sono capace, è che proprio non mi piace!
Rispetto la vostra opinione, ci mancherebbe. Ma credo che sia viziata da un pregiudizio. La psicologia lo chiama bias: si tratta di un giudizio non necessariamente corrispondente all’evidenza, sviluppato sulla base dell’interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro, che porta dunque ad un errore di valutazione.
Qua il bias sta nell’identificare il sesso orale con una pratica sporca, non elegante e volgare (adatta a persone con una sessualità non sana). In questa sede non mi interessa francamente trovare le ragioni social-cultural-religiose, nè tantomeno mettermi a discutere dell’educazione sessuale ricevuta in famiglia. Mi interessa solo togliervi dalla testa questa idea perversa che il sesso orale faccia schifo.

Clinton ha mentito. Un uomo può dimenticare dove parcheggia o dove vive ma non può mai dimenticare il sesso orale, non importa quanto brutto sia stato (Laura Bush)
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Sfido chiunque a sostenere questa stesa tesi immediatamente dopo aver ricevuto una fellatio o un cunnilingus coi controcazzi. A parte che non sareste proprio in grado di parlare in maniera intellegibile (altrimenti vuol dire che è mal fatto), ma se sostenete che no, dopo averlo ricevuto vi fa ancora schifo, allora potete continuare ad ignorarlo. Ma se invece avete perso la testa e ne volete ancora, allora vi chiedo di considerare la possibilità che dare e ricevere vanno di pari passo in un sano rapporto sessuale. Altrimenti, se è asimmetrico, si chiama sesso a pagamento.
E se si va di pari passo, allora vi tocca, uomini o donne che siate, rimboccarvi le maniche e impegnarvi. A testa bassa è proprio il caso di dire in questo caso.
Questo a livello teorico. Ma poi il sesso orale si fa nella pratica e li i problemi riemergono, il fastidio, lo sporco, l’imbarazzo… Ma se avete deciso che lo ritenete una schiocchezza, frutto della vostra mente mal addestrata ai piaceri del kundalini, allora dovete intervenire praticamente, cambiare approccio alla pratica, magari tecnica. O più semplicemente acquisirne una.
Vediamo insieme come, un passo alla volta.
I PROBLEMI NON VENGONO MAI SOLI
Se volete eliminare l’idea di sporco, un valido suggerimento è quello di lavarsi. Insieme, perché no? Una bella doccia e vi lavate a vicenda, si sfregate per bene i vostri genitali fino a renderli profumati e lucenti come piace a voi. Vi pare banale? Provateci. Dopo aver passato una decina di minuti a toccare il sesso scivoloso del vostro amante, dopo averglielo insaponato, carezzato, sciacquato gentilmente, dopo aver passato una decina di minuti con le vostre dita li e la vostra faccia a pochi centimetri dal suo sesso (che nel frattempo si sarà gonfiato, statene certi/e), scommetto che la cosa che vi verrà spontaneo fare sarà di baciarlo. Ed è da un bacio che parte tutto..

L’Instituto di “Oral Love” era situato all’angolo tra Santa Monica Boulevard e Spaulding Avenue.
Questa foto risale al 1976 e fu scattata come parte di un articolo che descriveva la nascente scena porno di LA.
Era uno dei numerosi centri massaggi della città -un massage parlor- specializzato in consulenze sessuali, massaggi, bagni caldi e lotte nel fango.
Adesso al suo posto ci trovate una farmacia
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L’altro vero problema che affligge il sesso orale è però, dicevamo, la sua difficoltà. O la nostra incapacità.
Io preferisco questo secondo modo di vedere la questione. Le lacune si colmano, come a scuola. E come a scuola serve un prof di ripe. Che è esattamente il motivo per cui siete qui.
La prima, fondamentale, nozione che vi voglio dare è che molte persone quando fanno sesso orale succhiano, ma senza una buona motivazione. Succhiano e basta. Invece bisogna succhiare per vedere il nostro amante andare fuori di testa, per piacere, per divertimento. Per pura gioia insomma!
Se succhiate per dovere, se non vi divertite, se non giocate per vedere che reazioni provarono le vostre azioni, allora verrà uno schifo noioso.
Non sto dicendo che non ci voglia anche un po’ di mestiere, per l’amore di dio, ma senza divertimento avete sbagliato attività. Lottiamo da duemila anni per ricordare ai bigotti che il sesso non serve solo alla procreazione, ma se poi caschiamo sulla pratica più onanista e inutile ai fini riproduttivi tra tutte, allora diamo ragione ai creazionisti.
Non ce lo meritiamo il piacere dell’orgasmo fine a se stesso!