Se vi chiedessi a caldo qual è la differenza tra un dildo e un plug, voi che mi rispondereste? E se invece vi dicessi che in quella scatola c’è un bellissimo rabbit, voi a che pensereste?

Se non sapete che rispondere, non preoccupatevi, non siete sole. Se è vero che l’industry dei sex toys in questi anni è enormemente cresciuta per fatturato e diffusione dei prodotti, è anche vero che il primo spot su un sex toy in Italia è andato in onda solo lo scorso anno.

I titoli dei giornali all’epoca parlarono di spot storico (Il Fatto quotidiano) se non rivoluzionario, molti si indignarono pubblicamente (per poi segnarsi di nascosto l’indirizzo magari), ma pochi sapevano di che si trattava veramente. Prima di allora d’altra parte non si erano visti oggetti come quelli in televisione e chi li conosceva e usava, non li esponeva certo su una mensola in soggiorno alla vista di tutti.

Mi è venuto il sospetto che in materia di giocattoli sessuali, circolassero poche informazioni e per l’altro confuse. Così ho fatto qualche ricerca e mi sono resa conto che se io dovessi iniziare adesso a capire ciò che ho imparato in quindici anni di uso non saprei dive sbattere la testa: in rete non se ne parla proprio, le prime dieci voci di Google sono link ad Amazon e le pagine di Wikipedia dedicate ai singoli sex toys sono avare di consigli e suggerimenti, che solo la user experience può elargire. L’alternativa per farsi un minimo di cultura è andare su un sito che li vende, e allora lì si viene sommersi da ogni genere di prodotto, oggetto e accessorio, adatti a ogni genere di predisposizione e interesse… Da niente a tutto. E si sa che avere troppe informazioni nella pratica è come non averne.

Così, ancora una volta, faccio l’Aranzulla del sesso e vi svelo i misteri del magico mondo dei sex toys, insegnandovi a chiamarli per nome uno ad uno. Ad abbinare nome a foto per iniziare, con una bella guida ragionata al loro utilizzo. Così, se e quando vi verrà voglia di lanciarvi in nuovi acquisti, saprete che fà per voi e andrete a colpo sicuro, senza perdervi in una foresta di falli.

Agevolo immagine della foresta:

Foresta di falli in Cappadocia

Se volete vederla di persona, questa foresta di falli si trova in Cappadocia, in Turchia CREDITS: foto web royalty free

Iniziamo con una classificazione di base.

Vibratori

Il vibratore vibra. Lo so che pare una ovvietà ma quando osservate un vibratore per decidere se fa per voi o meno, prima ancora della forma, dovete considerate le sue capacità vibranti. Nella maggior parte dei casi infatti le forme dei vibratori riprendono pari pari le forme dei dildi, di cui sono in un ceto senso la naturale evoluzione motorizzata. Quindi se il vibratore non vibra come dio comanda, perché mai comprarlo spendendo di più della sua versione basic, quella statica?

Le forme, come vi dicevo sono davvero tante, e dipendono dalla finalità specifica del vibratore.

Quando dovete scegliere un vibratore quindi andate a vederlo prima in un sexy shop oppure chiedete la consulenza di una personal shopper come me, che ve lo mostra e vi permette di accenderlo e verificare come funziona. Verificate l’intensità della vibrazione, la sua distribuzione lungo l’asta dell’oggetto, quanto questa si propaghi in maniera uniforme anche in punta e quanto il materiale sia elastico e morbido.

Infine, verificate quanto rumore fa. Sembra una cavolata, ma non bisogna mai sottovalutare la capacità dei figli di svegliarsi nel cuore della notte per più impercettibile rumore e nei momenti meno opportuni. Se poi quanto attacca il ronzio della vibrazione, vostro figlio compare sulla soglia della porta, non ditemi che non vi avevo avvertiti!

Dildi

La caratteristica principale del dildo è che non sta in posizione se non trattenuto dalle mani. Questo implica che il dildo deve avere o una comoda impugnatura (e qui dovete capire chi lo maneggia, se cioè è principalmente usato per autoerotismo o all’interno di giochi di coppia), o una efficiente ventosa che lo tenga fermo.

Anche per i dildi, le forme sono infinite e figlie della loro funzione. Le taglie sono solitamente tre (Small / Medium / Large), anche se non sempre i rivenditori le tengono e le propongono tutte. La differenza tra una taglia e l’altra può regalare sensazioni paurosamente differenti, quindi non sottovalutate questo aspetto.

Come per i vibratori, il mio consiglio, una volta capito quale modello e taglia soddisfa le vostre esigenze, verificate dal vivo la tenuta della ventosa di appoggio o l’ergonomicità della impugnatura. Non tutti hanno la mano di un gigante e mi è capitato di scartarne per questo motivo…

Plug

La caratteristica principale di un plug è, come dice il nome stesso, di rimanere in posizione anche se non tenuto fermo con una mano o un capo di vestiario (o una corda, perché no?). Questo implica che i plug sono di solito anali. Da questo, deriva pure la loro forma a cuneo, più stretti in alto e più larghi in basso, in modo che, uno volta superato l’anello dello sfintere, l’oggetto possa rimanere in posizione facilmente anche in condizioni di riposo, ad esempio camminando mentre si prende l’autobus per andare al lavoro. O mentre si accompagna il figlio alla partita di calcio la domenica mattina.

I butt plug (butt vuol dire culetto in inglese), come sono soliti essere chiamati, non si differenziano particolarmente per forma, quanto piuttosto per taglia (valgono le stesse cose dette per i dildi, occhio alla misura, qui ancor di più!) e per ornamento esterno. Visto che una parte dell’oggetto è fatta per rimanere stabilmente all’esterno del corpo, l’impugnatura non è necessaria, lasciando libera di sbizzarrirsi la fantasia dei produttori, così abbiamo plug che terminano con soffici code di volpe, rigide code di cane, arricciate codine di maialino o ancora code da cavallo adatte al pony play. Ma queste parti possono essere pure decorate con gioielli o anche aperte e pervie, in modo da poter avere un accesso privilegiato. Come per tutti i giochi, si spazia da un estremo all’altro, quindi se avete una fantasia potete stare certi che troverete il modo di realizzarla.

Al momento dell’acquisto, dedicate la vostra attenzione ai particolari della finitura esterna: è fatta per essere mostrata e quindi deve avere una buona qualità estetica. Tenete inoltre presente che dovrete pure lavarli, questi oggetti. Quindi il plug che termina in coda di ermellino è sicuramente molto elegante, per quanto possa essere elegante un oggetto che passa il suo tempo dentro il culo, ma al primo lavaggio sono certa perda molto del suo fascino. Una coda in silicone per contro non sarà certo particolarmente realistica, ma è sicuramente molto igienica e durevole, più di una in volpe autentica. Fate una scelta consapevole.

Palline

Chiamate Ben Wa Balls (da una delle prime e più importanti case produttrici) oppure Geisha Balls perchè sono originarie del Giappone, almeno così si dice, e comunque diffuse in tutto l’estremo oriente. Le palline attuali sono ben diverse da quelle che venivano usate nel 1700 e solitamente constano in due palline collegate tra loro da un filo. Possono essere piene oppure cave, riempite da pesi di diverso diametro che muovendosi, fanno a loro volta vibrare e muovere la sfere dentro la cavità vaginale. Se ne ricava un sottile piacere prolungato se usate a livello vaginale, più intenso e impegnativo se usate a livello anale, ma in entrambi i casi possono essere usate nella vita quotidiana. Le varianti sono, come sempre, infinite: non solamente di materiale, peso e diametro delle sfere, ma anche di numero delle stesse e rigidità del filamento che le unisce. Ve ne sono ovviamente anche di vibranti, con telecomando o con filo. Non so che dirvi, personalmente le preferisco nella versione basic: il movimento meccanico mi piace di più per l’imprevedibilità che sottende, non sai mai dove e quando arriva una sollecitazione, né puoi prevedere di che intensità. Dal momento che si tratta di autoerotismo, trovo questa suspence una parte fondamentale del gioco, un modo per fottermi a mente da sola. Per non parlare del tedioso fastidio del ronzio della vibrazione. Il discorso cambia se invece il gioco viene usato in un rapporto di coppia, dove l’improvvisazione viene messa dal partner e lo strumento non è altro che un semplice acceleratore e intensificatore delle sensazioni fisiche provate. Sono riflessioni personali che condivido con voi solo per spingervi a pensare

All’atto della scelta dell’oggetto, occorre per prima cosa tenere presente la facilità di pulizia delle varie parti, data anche la difficoltà di coprire questo tipo di oggetto con un preservativo. Controllate come le singole parti sono tenute insieme, se i punti di giutura sono stabili, facilmente pulibili e resistenti. Le palline sono fatte per rimanere in sede a lungo, quindi la scelta dei materiali merita una cura particolare. Come dicevamo a proposito dei lubrificanti, le mucose vaginale e anale sono molto sensibili: scegliete materiali anallergici, chirurgici o naturali. Diffidate dalle cose in plastica, dai cordini fatti di filo sintetico e dalle parti troppo lucenti, che potrebbero essere verniciate.

Un tipo particolare di palline sono quelle ad uso medico riabilitativo, dette di Kegel.

 


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