Abbiamo già parlato velocemente della differenza tra i vari sex toys, o giocattoli sessuali che dir si voglia, cercando di capire le caratteristiche principali di un vibratore, di un dildo e di un plug. Abbiamo visto a grandi linee quali aspetti dobbiamo considerare quando ne vogliamo comprare uno, ma adesso entriamo nel dettaglio, cercando di capire quale sia quello adatto a voi.

Perché sicuramente esiste!

L’evoluzione del dildo nella storia 

Mi piace sapere la storia di un oggetto mentre lo uso. Mi piace immaginare altre persone, prima di me, alle prese con quello stesso oggetto, che si tratti di un dildo o della prima bicicletta. Mi piace pensare che io non sia poi così diversa dalle migliaia di persone che nel corso della tempo hanno usato un determinato oggetto. Sapere, che so, che una donna greca usava i sex toys mi fa sentire meno strana mentre mi trovo io ad usarli. Me la immagino, questa Penelope, intenta a usare il suo olisbos, perché così si chiamava il dildo a quei tempi. Me la immagino e mi viene più facile e naturale immaginare me in situazioni simili, con oggetti simili a provare simili sensazioni.

Il piacere c’è sempre stato insomma, è una costante della storia dell’uomo. E della donna!

 

Un dildo è un oggetto sessuale, il cui scopo è, quindi per definizione, regalare piacere. Nella maggior parte dei casi riprende la forma stretta e allungata dell’asta del pene, con una base allargata che richiama la forma dei testicoli. Il nome potrebbe quindi derivare, per una sorta di assonanza visiva, dalla parola inglese Dill, che anticamente significava cetriolo. L’origine della parola in realtà è molto controversa. C’è chi dice che potrebbe trattarsi di una storpiatura della parola italiana “diletto”, come pure dall’unione dei termini inglese “dil doul”, che tradotti letteralmente vorrebbero dire pene eretto. Si fa anche riferimento a una ballata americana del 1600 intitolata “La cameriera si lamenta perché vuole un dil doul” e ad altre analoghe canzoni. Per curiosità sono andata a cercarmela. Eccola:

Ballata inglese del XVII secolo: la cameriera si lamenta perché vuole un dildo

E mi sono presa la briga di tradurvela.

La ballata va avanti per altre nove o dieci strofe, a riprova che l’amor carnale è sempre stato qualcosa di serio e ricercato, alla faccia di quel che i moralisti di adesso voglion farci credere: un tempo certe cose non si facevano, ammoniscono puntandoci contro il ditino…

I dildi infatti sono diffusi sin dall’epoca preistorica, i primi ritrovamenti parlano di falli paleolitici in pietra ritrovati nelle caverne. Il fatto che li abbiamo inventati addirittura prima della ruota, deve farci venire il dubbio che l’ostinazione con cui al giorno d’oggi ci rifiutiamo di considerarli elementi base per il sano sviluppo di una persona ha qualcosa di patologico.

Serie di dildi preistorici in pietra e osso, ritrovati in una grotta in Germania e risalenti, secondo gli scienziati, a 29.000 anni fa
Fonte: immagine web

Per amor di verità, è giusto qui ricordare che nel Paleolitico il dildi, oltre ad essere dei sex toy, erano uno strumento con valore rituale. Si pensa venissero usati infatti come simboli di fertilità e prosperità nelle cerimonie sacre per augurare una numerosa discendenza alle nuove unioni.

Un ingrandimento della punta di uno di essi permette di individuare dei solchi piuttosto profondi, segno -secondo gli archeologi- che l’oggetto fungeva anche da martello. Insomma, ci troviamo dinnanzi al primo oggetto pervertibile della Storia dell’uomo!

Dildo di pietra risalente al Paleolitico (29.000 a.C.) scoperto nelle grotte di Hohle Fels, in Germania.
A giudicare dagli evidenti graffi, è possibile che l’oggetto sia stato anche utilizzato come martello.
In pratica il primo pervertibile della storia dell’uomo!
Fonte: immagine web

In media questi oggetti erano piuttosto lunghi (fino a 15 cm) e, apparentemente, privi di particolari impugnature. I cinesi, che la sapevano lunga, avevano invece pensato anche alla praticità e alla comodità d’uso, inventandosene uno con maniglia incorporata.

Dildo cinese risalente a 2000 anni fa circa, ritrovato nella provincia di Jiangsu in una tomba di famiglia aristocratica Fonte: immagine web

Citati anche nella Bibbia«Con i tuoi splendidi gioielli d’oro e d’argento, che io ti avevo dato, facesti immagini umane e te ne servisti per peccare» (Ezechiele 16:17), i dildi divennero oggetti di uso quotidiano nella Grecia antica: erano chiamati olisboi (olisbos al singolare) ed erano realizzati generalmente in legno o in bronzo, rivestiti di cuoio da esperti calzolai. Erano oggetti piuttosto diffusi, non solamente dalle classi abbienti, ma anche tra tutta la popolazione, uomini e donne indistintamente. Citati nelle commedie dell’epoca come oggetti presenti in ogni casa, rappresentazioni di dildi e altri giochi sessuali facevano bella mostra di sé su vasellame e oggetti d’uso quotidiano.

Vi dico di più: erano un regalo frequente nelle coppie. I mariti erano sovente impegnati in campagne militari che potevano durare anche anni, lasciando le mogli a casa. Potete immaginare che i divertimenti non fossero molti e le possibilità di ritornare in patria dopo una lunga guerra e ritrovarsi per casa un piccolo moccioso di due anni erano elevate. E forse era proprio per scongiurare una ipotesi come questa, per la mentalità dell’epoca nemmeno concepibile, che i mariti erano lieti di regalare alle loro donne oggetti come questi. Se non mi credete, andatevi a leggere una commedia greca che mi fece leggere la mia prof di latino del liceo. Si intitola Lisistrata e fu scritta da Aristofane, un poeta greco nato nel 450 a.C. On line se ne trovano facilmente versioni in pdf. In pratica è la storia di Lisistrata, una giovane e bella donna di Atene, che si è stufata di avere il marito arruolato (all’epoca infuriava la guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta) e allora decide di fare una alleanza tra tutte le donne. Propone loro di fare tutte insieme uno sciopero del sesso per obbligare i loro mariti a firmare la pace e tornare stabilmente a casa. Non vi spoilero come va a finire la storia, ma vi dico invece che le altre donne si opponevano non per una questione di nazionalismo, ma perché non avrebbero potuto fare a meno del sesso!

Da quando ci hanno tradito i Milesi, neppure ho più veduto quel trastullo di cuoio di otto dita che mi dava ristoro” dice una, segno che l’embargo che ogni guerra porta da sempre con sé, faceva sentire la penuria di beni anche non essenziali.

Ippocrate stesso, il primo medico della Storia iscritto all’Ordine, prescriveva alle donne impossibilitate ad avere rapporti sessuali, l’uso costante di un dildo come mezzo per prevenire disturbi maggiori, primo fra tutti l’isteria (hystera in greco significa utero), che insorge quando un utero troppo secco perché privato della naturale lubrificazione generata dal piacere, se ne scappa in testa, facendola impazzire. La descrizione del fenomeno non risponde forse ai canoni scientifici attuali, ma la condivido. Se io non avessi orgasmi con una certa regolarità, non sarei così rilassata nella vita quotidiana: dopo un sano squirting notturno/mattutino, mi è più facile non reagire come una pazza all’ennesimo messaggio demenziale della mamma svampita nella chat di classe di mia figlia…

Vaso greco con scena di amore omosessuale. Nella mano di uno dei due amanti, si vede chiaramente un dildo dotato di legacci, probabilmente per tenerlo in posizione. L’antenato del moderno strap-on!
CREDITS: immagine web

I dildi continuarono la loro gloriosa cavalcata nella storia del costume, rimanendo oggetti familiare per tutta l’epoca romana. Da qualche parte ho letto infatti che i Romani inventarono il dildo doppio, sostanzialmente una coppia di dildi uniti per la base, sovrapposti o contrapposti. Erano chiaramente oggetti adatti all’uso conviviale, di gruppo mi verrebbe da dire. Avete mai sentito parlare dei Saturnalia? Erano delle festività in onore del dio Saturno, iniziavano con grandi banchetti e feste, con cibo e sacrifici di bestie e terminavano in un crescendo, tra riti orgiastici e divertimenti della carne. Potete immaginare quindi quanto potesse tornare utile avere un dildo doppio tra le mani!

Affresco di una casa di Pompei: sono visibili due donne impegnate in un atto sessuale.
La probabilità che le due stessero usando un dildo doppio è piuttosto elevata, ma non ci è dato vedere.
CREDITS: Marie Lan Nguyen

Spostandoci dall’altra parte del globo, in Oriente, la situazione non cambia. I dildi erano oggetti diffusi e quotidiani. In Cina venivano regalati dai mariti alle numerose mogli: impossibilitati a soddisfare contemporaneamente le esigenze di tutte, temevano che le mogli si rifugiassero tra le braccia di un altro uomo oppure, cosa forse più facile data la promiscuità femminile ma non meno antipatica per i mariti, si convertissero definitivamente all’amore saffico.

Nella cultura orientale, persiana e indiana, il dildo veniva anche usato per la rituale deflorazione femminile. Dal momento che il sangue era considerato impuro, la rottura dell’imene che accompagna il primo rapporto non poteva essere fatta attraverso il membro maschile, perché lo avrebbe reso impuro a sua volta. Veniva quindi utilizzato un dildo.

Inutile dirvi che in Europa, con l’avvento del cristianesimo e la repressone morale indotta dalla religione, i dildi non erano più oggetti così diffusi. Non sparirono del tutto, l’epoca medievale è ricca di erotismo, ma sempre molto nascosto e privato, ad uso e consumo prettamente personale.

Due monache raccolgono falli da un albero – miniatura dal “Roman de la Rose” CREDITs: Jean de Meung, BnF, fr. 25526, f.163v.

I dildi tornarono definitivamente in auge con il Rinascimento, a partire dal Cinquecento. Se le forme rimanevano pressoché invariate, come d’altronde la parte anatomica da cui traevano ispirazione, i materiali invece cominciavano a evolversi: dalla fredda pietra, si passa al legno rivestito da stracci, cuoio o altro materiale resistente, come ad esempio i crini delle criniere dei cavalli.

Per un lungo periodo i dildi vennero anche realizzati in ceramica e vetro: molto spesso erano cavi, con un tappo in fondo, in modo da poter essere riempiti di acqua calda e risultare così più confortevoli ed eccitanti.

I primi dildi in gomma si hanno a fine Ottocento, quando viene inventata la vulcanizzazione del lattice. In questo caso il dildo prendeva forma attorno ad un’anima in acciaio, sulla quale veniva modellato un pene ricavato da un calco. L’oggetto dildo diventata così molto simile a quello che ancora oggi conosciamo e usiamo: dalle fattezze realistiche, morbido in superficie e duro nel centro.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale si diffondono i dildi in PVC e gelly, una sorta di gelatina di PVC, molto economica e di facile lavorazione, usata soprattutto per i prodotti di fascia bassa, anche adesso.

Al giorno d’oggi dobbiamo considerare che non esistono davvero più limiti in fatto di materiali: il silicone rimane la grande scoperta degli anni Novanta, grazie al fatto di poter garantire la massima igiene e sterilizzazione con la semplice bollitura dell’oggetto (proprio come fate con le patate quando volete fare il purè). Ma ormai sono diffusi dildi in ogni materiale: dal metallo chirurgico per chi è allergico al silicone o al lattice, al vetro borosilicato (per intenderci, quello dei pirex di cucina, che vi permette di bollirli o lavarli in lavastoglie senza pensieri), fino a un ritorno ai primi materiali come legno e pietra per gli amanti dei materiali ecofriendly.

Moderni dildi in legno realizzati da Hein Haese
CREDITS: https://www.designboom.com/readers/heinz-haese-organic-wooden-dildo-series/

Dopo questa meravigliosa carrellata storica, l’unica cosa che mi vien da dire è che godere fa parte del DNA dell’uomo e della donna di ogni tempo e latitudine.

Quindi arrendetevi! Usare, apprezzare e possedere un dildo non ha nulla di scandaloso o volgare. La sessualità umana si manifesta sia come modo e forma di relazione con il prossimo, sia come strumento di benessere psicofisico individuale.

Un dildo ha quindi senso sia come oggetto per uso personale, per la masturbazione solitaria, sia come gioco di coppia, per la reciproca stimolazione durante le fasi iniziali del rapporto o come elemento ulteriore rispetto al pene durante il rapporto stesso.

 


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