OVVEROSIA DELL’IMPORTANZA DI SAPER CAMBIARE GLI INGREDIENTI
Vi starete probabilmente chiedendo che cosa c’entri il sesso con un’insalata.
Ve lo concedo, il primo istinto è di associare il sesso a una bella torta, magari al cioccolato e panna montata, morbida e invitante, voluttuosa per sua stessa natura. Oppure a delle ostriche dalla fama afrodisiaca o ancora a delle fragole dolci e succose.
Ma non certo una severa e salutista insalata.
Io però ve lo posso assicurare: sesso e insalata hanno davvero parecchio in comune. E se avete la pazienza di seguirmi, vi spiegherò anche perché. Partendo da una piccola ma significativa conversazione con due vecchie compagne di scuola.
L’occasione del pranzo era festeggiare la nascita della seconda figlia di una di loro. La poverina era nel mezzo del ciclone e lo abbiamo capito subito vedendola arrivare. Gli occhi cerchiati e la faccia un po’ gonfia di chi dorme poco (o niente, come ci corresse subito lei), la borsa del cambio in spalla, il figlio maggiore più o meno trascinato per mano e la nuova arrivata nel passeggino che, piangente, richiedeva a gran voce il suo pasto.
Una entrata davvero scenografica!
Barbara e io immediatamente siamo quindi partite in soccorso della poraccia: “Tommy ciao, come sei cresciuto, vieni con me”, “Sara, tesoro, lascia a me la borsa, sistemo io il passeggino, tu fa’ quello che devi”.
Cioè allatta e placa la piccola iena.

Le persone che dicono di dormire come un bambino di solito non ne hanno uno (Leo J. Burke)
CREDITS: Claudia Aguirre – TED TALK presentation
Dopo una mezz’ora buona, le grandi manovre sono terminate e ci ritroviamo finalmente tutte e tre sedute, scarmigliate e affamate, Tommy affidato per un’oretta alle attente mani delle animatrici (ma in quel momento sarebbero pure andate bene la manacce ossute della strega di Hansel e Gretel, Tommy l’avrebbe turlupinata fino a farla desistere dal mangiarlo) e Anna sfamata, cambiata e cullata nel passeggino dall’indefessa mano materna.
Ci siamo guardate e ci è venuto da ridere: se 15 anni prima ci avessero detto che ci saremmo ritrovate, sfatte e provate, a ordinare una insalata come massima botta di vita, ne avremmo riso. Beffarda, la vita!
E così, nell’attesa che le nostre ordinazioni arrivassero, ci siamo messe a chiacchierare del più e del meno. E Barbara se ne è uscita con la storiella educativa di cui vi parlavo.
Eccola.
Cominciò a raccontarci che alcuni anni prima suo marito e lei erano definitivamente usciti dalla fase “mo me te magno” e il loro rapporto si era trasformato in quella storia d’amore solida e adulta che volevano, ma non altrettanto attiva. Una relazione ormai abbastanza lunga e “sicura”, un figlio appena arrivato e nessun imbarazzo residuo nel girare per casa in pigiama e ciabattoni di spugna, peli lunghi sulle gambe lei, pancetta da 3 mesi di gravidanza per lui. Aggiunse che in quel periodo allattava pure, con il corredo di risvegli e patelli notturni da cambiare. Tutto ciò ovviamente la lasciava spossata emotivamente, senza alcun desiderio di ulteriori contatti fisici.
Il corpo era stanco, la mente era stanca e il bisogno di essere fisicamente ignorata e non ricevere richieste da nessuno era totale.
Ci raccontò anche che il suo povero marito, tipo premuroso e capace di fare squadra, non aveva mai volutamente ingigantito il problema. Che però ERA un problema, per entrambi, a tutti gli effetti. Non sapevano come parlarne ma le pause tra un rapporto e l’altro stavano diventando troppo consistenti e impegnative da affrontare. I silenzi carichi di recriminazioni e il clima domestico asettico e ruvido.
E così arrivò a fare una cosa che mai avrebbe creduto: programmare sul calendario i giorni in cui fare sesso.

Non è la quantità dei tuoi rapporti sessuali che conta, ma la qualità. D’altro canto, se la quantità scende al di sotto di una volta ogni otto mesi, è il caso di farsi dare una controllatina
(Woody Aleen, dal film Boris)
Per un verso, ci disse, aveva la certezza che almeno così lo facevano abbastanza da passare per una normale coppia sposata. D’altra parte però era anche motivata a fare sesso a sufficienza affinché il marito non avesse un esaurimento o non passasse il tempo a guardare i film per adulti nel cuore della notte. O peggio.
Certo, non era l’ideale, e non era neppure naturale, ma se non altro questo strano menage, ci disse sempre lei, in una qualche maniera aveva mantenuto in vita la relazione e a quanto pare, li ha anche trasformati in una delle coppie-con-figli-piccoli più felici tra quelle della loro cerchia.
Ora che la fase peggiore era passata, il problema era diventato come uscirne: l’abitudine, utile in quella fase così squilibrata sul piccolo adorabile egoista appena arrivato, si era rivoltata loro contro ed era diventata come una gabbia. Tra l’altro neppure molto dorata.
Questo raccontino, neanche tanto nuovo, ci tenne impegnate fino a quando non arrivò il cibo.
Fu allora che, mentre mangiavamo, la neo mamma mi guardò e mi chiese “Allora, com’è il tuo hamburger?” “Atomico,” risposi “abbondante e succulento al punto giusto”. “La tua insalata?” le chiesi di rimando. Lei ridacchiò e rispose: “Sono a dieta, non è che ho molta scelta. E comunque non è male. Ma, alla millesima insalata sempre uguale, immagino di provare lo stesso sentimento che prova Barbara quando ‘sceglie obbligata’ di fare sesso con suo marito.”

Avete mai visto le rose nella insalata? Io sì…
CREDITS: Bruno Munari – Copertina volume Corraini Editore
E, proprio lì, in quel momento, la forza e la semplicità della sua affermazione mi hanno colpito come una tonnellata di mattoni! Fare sesso con la stessa persona per dovere e in modo sempre uguale è come scegliere una austera insalata al posto di un hamburger crasto e gudurioso.
Ma il punto vero è ancora un altro: un compagno o un marito non si merita affatto di essere considerato e trattato la pari di una pallosa insalata. E neanche noi donne!
Diamine, siamo e abbiamo bisogno di qualcosa di più! Intendiamoci: avere una relazione è una cosa meravigliosa. Trovare quel qualcuno speciale che ti vede e ti prende, pacchetto completo, per quello che sei, pure la tua parte brutta e pesante, pure le tue fisse e le tue follie lucide, bhè, non ha prezzo, signore mie! Avere accanto quella persona che ti conosce inaspettatamente meglio delle persone con cui sei cresciuta, il conforto, le risate, gli sguardi romantici, l’eroe che è sempre dalla tua parte, non c’è niente di simile…
Ma, avanti veloce cinque anni: aggiungete un paio di suoceri, un lavoro così così, un po’ di tensioni finanziarie, i bambini e i loro magnifici egoismi, l’età che avanza di pari passo alla disillusione, lo stesso lavandino condiviso per dieci anni e la macchia di dentifricio che miseria bubbuzza, ma non la sai pulire? Ed è un attimo che la passione si spegne. Così, la maggior parte delle coppie passa dal fare sesso selvaggio due volte al giorno, a fare sesso pianificato una volta alla settimana o meno.
A volte in una relazione duratura finisce che ci convinciamo che avremmo voglia “di altro” e pensiamo che questo altro sia “un’altra persona”. Se quindi non abbiamo l’intenzione di tradire, finisce che chiudiamo con il sesso e ci “ritiriamo a vita privata”.
Ve lo dico per esperienza: il mio matrimonio è finito anche per questo, il menù casalingo non mi bastava e pigramente scelsi di andare in un altro ristorante invece di imparare a cucinare la stessa insalata in modi diversi.
Ora tenetevi forte perché vi faccio una rivelazione: non è l’insalata a essere noiosa e a farvi schifo. E’ come la fate…

Eating salad only makes things worse – D. Fullerton
CREDITS: David Fullarton http://www.davidfullarton.com/
Se vi annoiate a letto, è perché siete noiosi.
Avete abdicato.
Ok, avrete i vostri motivi. Stanchezza, abitudine, noia, ritrosia a chiedere, magari pure poca capacità del vostro partner.
Ma dipende da voi la ricetta che mettete in tavola. Quindi animo, signori e signore! Si cucina in due: sfoderate le vostre armi e inventate succulente ricette. Oppure mollate il colpo e non lamentatevi della vostra povera vita sessuale.
Se avete voglia di imparare a cucinare, io sono qua.
E per iniziare, nel prossimo post, le 7 regole base per inventarsi una ricetta sempre nuova.