Oggi parliamo di peni, come promesso.

E per farlo continuiamo a esplorare il lavoro della fotografa Laura Dodsworth e, in particolare, un progetto che ha seguito nel 2017 dal titolo: “Manhood: the bare reality“. Tradotto in italiano suona come: “L’essere maschio: la nuda verità”, proprio perché collega in maniera ironica la nudità del pene, inteso come elemento fondante della mascolinità, con il concetto stesso dell’essere uomo. L’analisi della fotografa quindi indaga come e quanto il pene di un uomo sia collegato al concetto stesso, ontologico, di mascolinità, sia dalla società, sia dal padrone del membro.

Il libro si articola in una serie di interviste che raccontano cosa significhi essere uomini, maschi, nel XXI secolo, attraverso il pene. Non si vede cioè il volto dell’uomo, ma il suo pene, che così diventa rappresentazione fittizia dell’Uomo, come insieme organico e inscindibile della sua virilità e delle sue debolezze.

Nessun uomo fotografato e intervistato è infatti perfetto.

I peni fotografati sono storti, pelosi, corti, lunghi, curvi, circoncisi. Sono visibili cicatrici di operazioni, pance pance flaccide, testicoli di diversa dimensione o posizione e persino sacchetti per la colostomia. C’è pure un pene finto, creato con un trapianto della pelle della coscia. C’è tutta l’umana varietà di cui l’essere umano è capace.

Perché questo è l’Uomo, nella sua nuda verità, perfettamente imperfetto.

E questo il video di presentazione realizzato dall’autrice:

E questa l’idea che sta dietro al progetto, secondo le parole della stessa fotografa tratte dal suo sito:

“Dopo che Bare Reality è uscito [nel 2015, nda], ho avuto il bisogno, quasi obbligato, di ricercare un nuovo equilibrio interiore, psicologico e creativo, che mi ha portato a esplorare le storie degli uomini. Manhood: The Bare Reality è una raccolta di 100 fotografie e interviste intime con uomini, ed esplora temi di mascolinità, genere e sessualità, offrendo una visione unica di ciò che significa essere un uomo nel XXI secolo.

Proprio come con Bare Reality: 100 donne, i loro seni, le loro storie ho presentato la verità non photoshoppata sui seni delle donne, con Manhood: The Bare Reality ho voluto mostrare lo spettro del “normale”, rivelando peni e corpi maschili in tutta la loro diversità e gloria, dissipando ansia e miti di immagine corporea.

Ascoltare le storie di questi uomini è stato un assoluto privilegio e onore e sono molto grata per l’esperienza. Non credo che la gente abbia mai sentito degli uomini parlare così onestamente e di così tanti argomenti affascinanti. La mascolinità è solitamente associata all’essere “forti e silenziosi”, ma questo in questo libro 100 uomini raccontano francamente e intimamente della loro virilità da ogni puto di vista, anche quelli considerati deboli.”

 

Visto che tutto il progetto è solo in lingua inglese, ho pensato di farvi un servizio utile traducendovi in italiano una delle interviste contenute nel libro. Eccola:

Ho trovato fotografie del mio pene su Tumblr
33 anni
gay

Ho un pene grande e questo mi dà parecchi vantaggi se scelgo di prenderli. Ho sentimenti contrastanti a riguardo, perché fondamentalmente non sono d’accordo con l’idea che un pene grande sia meglio di uno piccolo. A livello personale, è abbastanza facile usare quell’attributo come a mo’ di schermo. Se mi spoglio, tendo ad avere un sacco di ammirazione ed è stato facile nascondere qualsiasi insicurezza. Ma devo cercare di non usare il mio corpo come scudo.

Ho avuto problemi di auto-immagine e fiducia in me stesso fin dall’infanzia. Ci ho lavorato e ho fatto parecchia strada; ma parte di quel viaggio consisteva nel rendermi conto che in passato ho nascosto la mia personalità, che non ero sicuro che le persone avrebbero apprezzato, dietro un corpo che ero certo avrebbero gradito. Ho preferito incontrare qualcuno tramite Grindr, con la certezza che saremmo stati subito nudi, piuttosto che andare a prendere un caffè. E doverci parlare.

Gli uomini gay tendono ad essere molto più liberi riguardo la nudità. C’è meno stigma di un tizio che chiede a un ragazzo di fotografarsi nudo rispetto a quanto avviene tra un uomo e una donna. In genere, invio e continuerò a inviare mie fotografie. Non lo vedo come un problema. Ho fatto invece l’errore di mandare a qualcuno anche una foto con la mia faccia: ora invio solo i due separatamente.

Ci sono regole non dette nelle toilette degli uomini: scegliere l’orinatoio più lontano da un altro uomo così da trovarsi accanto a un altro uomo solamente se non ci sono altri orinatoi disponibili. Guardare davanti a sé, né a destra né a sinistra. La regola non detta dello spogliatoio è cambiarsi il più velocemente possibile, diretit verso l’armadietto, senza indugiare. Questo significa che molti dei miei amici eterosessuali hanno visto solo una manciata di peni dal vivo nella realtà, e quindi non possono avere idea di cosa sia normale e cosa no.