Da un paio di giorni l’immagine della bella Leda che si fa zifulare da un cigno campeggia su molti quotidiani nazionali: si vede Leda seduta su uno sgabello, fermata nell’atto di scostare le vesti da un lato. In grembo le si è posato un cigno, intento a dilettarsi con le grazie della giovin fanciulla, che non pare però troppo convinta, a giudicare dallo sguardo un po’ torvo e obliquo…

Nuove scoperte a Pompei: l’affresco di Leda e il cigno appena rinvenuto
Cosa dice il mito: la storia di Leda
Per chi non lo conosce, il mito di Leda e del cigno è nato nella antica Grecia e racconta l’avventura erotico-sentimentale tra la regina Leda di Sparta e il dio Zeus. La storia è piuttosto semplice: Zeus si invaghisce di Leda e desidera possederla. Per ottenerla senza sbattimenti, Zeus si trasforma in cigno, raggiunge Leda in riva a un fiume, la stordisce con l’ambrosia e la carezza con suo morbido e lungo collo fino a farla capitolare. Quindi si accoppia con lei e la ingravida. Leda la sera stessa però ha anche dei rapporti con il marito, il re di Sparta Tindaro. La serata a quanto pare andò molto bene perché 9 mesi dopo, tramite delle uova (non fatemi domande, please, relata refero) nacquero i Dioscuri (ossia Castore e Polluce), Elena (sì, proprio lei, l’Elena di Troia) e Clitennestra. La leggenda vuole che un paio di figli fossero mortali e un paio divini, tanto per complicare le cose in famiglia. Che essere gemelli ma con padri diversi non era sufficiente… Alla faccia del bisogno di catarsi!
La storia venne poi ripresa da Ovidio, poeta romano vissuto a cavallo dell’anno zero, che ne fece una versione best seller, parte di un’opera piuttosto molto più corposa intitolata Le metamorfosi, in cui Ovidio riporta numerosissime storie e racconti mitologici della classicità greca e romana.
La versione di Ovidio è piuttosto zozza ed esplicita, decisamente una delle più hard raccontate in letteratura. Ovidio stesso era un amante focoso e appassionato, era pazzo delle donne ma non disdegnava gli uomini, soprattutto se giovani e vigorosi. Come andava di moda a quell’epoca. Amava il piacere e l’orgasmo, in particolare quella delle sue donne e sosteneva con convinzione che questi era maggiore se l’uomo e la donna raggiungevano contemporaneamente l’orgasmo. Difatti ammoniva
…Non sorpassarla, con le tue vele al vento
e non lasciarla andare innanzi a te.
Guadagnatela insieme, quella meta: solo allora
quando ugualmente vinti giacciono
la donna e l’ uomo, pieno è il piacere…
(Ars amatoria II, 724-728)
Il significato del mito e i dipinti famosi
Il tema di Leda e del cigno ricorre sovente nel corso della storia dell’arte occidentale: nell’antichità classica si affermano sostanzialmente tre tipologie di rappresentazione: la prima è quella che ci piace, con una Leda languida e maiala, che riprende direttamente la descrizione di Ovidio legata alla tradizione ellenistica. In questa rappresentazione, il cigno incarna la potenza sessuale maschile e la scena di seduzione rappresenta l’intraprendenza dell’uomo, che giustifica, se non addirittura incentiva, qualsiasi tipo di inganno per giungere all’unione sessuale. Parlare apertamente di sesso era impossibile fino a mezzo secolo fa e mai sarebbe stato possibile raffigurare esplicitamente un atto sessuale. Risultava invece non solo possibile ma anche frequente alludere ad esso in presenza di pochi accoliti selezionati attraverso l’escamotage del mito. È probabile che l’enorme diffusione e successo che questo tema ha avuto nella storia dell’arte sia dipeso proprio dal significato reale, mascherato dall’allegoria del mito.
Nei secoli più recenti invece la leggenda di Leda e il cigno venne manipolata dai cristiani, che vollero vedere in Leda l’immagine della purezza: gli scrittori medievali (dal XIII secolo in avanti) misero infatti in atto un processo di assimilazione del mito da parte della teologia cristiana, che ne permise l’adozione delle componenti iconografiche. Il cigno divenne così simbolo dello Spirito Santo che con la sua candida purezza scendeva su Maria, immagine molto gradita dai Copti d’Egitto che amavano inciderla sui loro anelli. La seconda versione vede Leda nell’atto di proteggere il cigno, che a questo punto non rappresenta più Zeus (che compare sotto forma di aquila intento ad attaccare il cigno), ma la purezza della fanciulla. Infine c’è una terza tipologia che è sostanzialmente la sintesi delle due precedenti: Leda è accosciata con il cigno accanto, a mo’ di animaletto domestico, con scarsa o nulla valenza erotica.
E voi, quale versione preferite?
- Dipinto romano del I secolo ritrovato presso la villa Adriana di Tivoli e conservato al Museo archeologico di Napoli
- Statua romana del I sec. d.C. copia di originale greco
- Autore ignoto, Galleria Borghese, 1510/1512 circa
- Rilievo decorativo fatto interamente a mano in Alabastro eseguito su modello michelangiolesco
- Antonio Allegri, il Correggio, 1532
- Jacopo Tintoretto, 1550/1560
- François Boucher, 1840
- Paul Cézanne, 1880
- Leda atomica, Salvador Dalì, 1949
- Fotografia di Luigi Ontani - 1975
- Bue2530 e Ninjaz, 2012, Fortezza del basso, Firenze
- Bue2530 e Ninjaz, 2012, Fortezza del basso, Firenze
- Bue2530 e Ninjaz, 2012, Fortezza del basso, Firenze