Gli-esercizi-di-Kegel-per-il-pavimento-pelvico, parola unica, unico concetto, sono a tutti gli effetti il must in termini di salute vaginal-uretrale di ogni Donnamoderna che si rispetti.

Io ho figli e così molte mie amiche ed ex compagne di scuola ne hanno. Tutte, dico tutte, hanno sperimentato problemi di incontinenza da lieve a moderata, in funzione del numero di parti naturali affrontati. Alcune hanno sviluppato problemi di prolasso lieve, molte presentano problemi di minzione dolorosa in seguito alle aderenze successive alle suture dell’episiotomia.

Questo per dire che alle donne il nome di Kegel suona familiare, volenti o nolenti, e molte di noi praticano con relativa regolarità i suoi suggerimenti. A nessuna piace pisciarsi sotto mentre starnutisce. O tossisce. O peggio ancora ride…

Abbiamo oggetti, yoni eggs, conidi Plevnik, palle, pallette e palline di vari pesi e diametri (quelle di Gwyneth Paltrow per intenderci), applicazioni per smartphone. Persino l’ASL passa cicli di trattamenti per la riabilitazione pelvi-perineale.

Quello che manca è la consapevolezza che non si tratta di uno strumento magico: Kegel è stato pubblicizzato come LA cura non chirurgica per l’incontinenza e il prolasso degli organi pelvici, oltre che bacchetta magica per migliorare le prestazioni sessuali.

Che gli esercizi fisici proposti dal Dott. Arnold Kegel siano utili per ridurre davvero i suddetti disturbi del pavimento pelvico è un dato di fatto.

Ma è l’unica cosa che conviene fare?

Serve solo alle donne dopo una gravidanza o allenare il pavimento pelvico è consigliabile a tutte le persone?

E soprattutto, chi si cimenta in questi esercizi, lo sta facendo nel modo giusto? O si sta facendo più male che bene?

Eccoci quindi a fare un po’ di fact checking, coma va di moda dire adesso.

 

Mito #1: Kegel è il modo migliore per rinforzare il pavimento pelvico 

Secondo il sito AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti – https://incontinenza.aifi.net), la percentuale di donne che soffre di problemi di incontinenza è intono al 50%, contro il 10% circa degli uomini, che per contro però risentono di problemi di eiaculazione precoce (3 uomini su 10) e disfunzione erettile (1 uomo su 2 sopra i 40 anni, secondo le rilevazioni fatte da ISS (International Society of sexual) e OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Dati che personalmente mi sento avallare in toto: un uomo su due dopo i 40 non ha una erezione degna di questo nome.

Il problema quindi è reale e percepito da tutti.

Ora: Kegel è davvero l’unica soluzione?

Pe rispondere, partiamo dal concetto che il pavimento pelvico non è un singolo muscolo ma un complesso di fasci muscolari, tendinei, nervosi e sanguigni, che lavora in stretto rapporto.

Per intenderci: quando stiamo cercando di rinforzare le braccia, non facciamo solamente i bicipiti, ma lavoriamo con tutti i muscoli della schiena e delle spalle per ottenere risultati migliori.

Concentrarsi sul rafforzamento del solo pavimento pelvico non è quindi la via più rapida e efficace se vogliamo vedere il massimo beneficio.

 

Mito #2: Esercitati fermando il flusso di urina

Questo ve l’ho già, più volte. Ma ve lo ripeto perché è fondamentale.

La teoria alla base di questo mito potrebbe pure sembrare sensata (trattenere la pipì sembrerebbe come fare i pesi, a causa della maggiore pressione). Ma l’unica conseguenza che otterrete è un bel riflusso di urina nella vescica con conseguente rischio di infezione.

Inoltre l’interruzione abituale del flusso di urina tramite la contrazione dei muscoli può interrompere il normale riflesso dello svuotamento della vescica: lo svuotamento della vescica, o riflesso della minzione, dipende dai meccanismi di feedback tra la vescica e il pavimento pelvico: quando la vescica si sta svuotando, il pavimento pelvico dovrebbe rilassarsi e quando la vescica è vuota il pavimento pelvico dovrebbe contrarsi. Se prendiamo l’abitudine di contrarre il pavimento pelvico quando dovrebbe essere rilassato, questo disturba il riflesso e può portare allo svuotamento incompleto della vescica e all’urgenza urinaria (cioè la spinta ad andare in bagno anche con la vescica mezza vuota).

Fermare il flusso di urina una sola volta per identificare i muscoli del pavimento pelvico non è un problema, ma prendere l’abitudine di farlo come metodo di allenamento è sbagliaterrimo! Che è persino più di sbagliatissimo.

Mito #3: Dovresti fare (inserire numero arbitrario grande a piacere) ripetizioni OGNI giorno

Ogni persona è diversa, con la sua propria situazione fisica, le sue abitudini di vita, la sua postura e il suo livello di allenamento muscolare sviluppato nell’arco di una intera vita. Definire un ciclo di allenamento uguale e valido per tutti, è ridicolo.

Persino quando andate nella palestra più sgrausa che vi viene in mente, trovate un personal trainer a farvi la scheda.

Ecco, pure il perineo vuole la sua scheda di allenamento specifica. Che magari parte allenando tutt’altre fasce muscolari (ad esempio, il gruppo dei rotatori laterali dell’anca e il muscolo otturatore interno, muscoli sinergici dei glutei, che ricompongono l’equilibrio del bacino nel suo insieme).

Vi dico un’altra cosa.

Esistono due tipi di fibre muscolari: a contrazione lenta e a contrazione rapida. Le prime si attivano in condizioni di normalità, quando si sta in posizione verticale, per sostenere gli organi pelvici e la colonna vertebrale. Sono quindi fasce che dovremmo tenere sempre mediamente contratte per preservare la postura del corpo nel suo insieme.

Esistono poi le fibre a contrazione rapida che si attivano rapidamente per contrastare le pressioni addominali, ad esempio durante un colpo di tosse, uno starnuto, una risata esplosiva o semplicemente un salto.

Occorre quindi tarare gli esercizi sulla forma fisica del paziente e sulle sue aspettative e abitudini: non è solamente la quantità di ripetizioni che si fanno, ma anche il tipo di contrazione, se lenta e lunga per sviluppare la stabilità, o frequente e rapida per migliorare la tenuta in condizioni limite.

Il consiglio più spassionato che posso darvi è di rivolgervi a un professionista, urologo o ginecologo, che possa studiare insieme a voi l’insieme di azioni più adatte a ottenere lo scopo che vi siete prefissati.

Che non è detto debba essere per forza la contrazione del pavimento attraverso la tecnica proposta dal Dott. Kegel.

 


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