Ci ho pensato, prima di scriverlo, e sì, ne son convinta: il sesso anale è come il coriandolo. Non quello che lanciamo a carnevale, ma l’erba tanto simile al prezzemolo nella foggia che condisce molti piatti orientali. Alcune persone infatti lo trovano delizioso e ne vanno ghiotte, altre desiderano consumarlo ma con moderazione, mentre altri lo hanno provato una volta, assolutamente odiato, e hanno deciso di evitarlo per sempre.

Quasi nessuno però rimane indifferente.

Esattamente come per i rapporti anali. I li si amano, o li si odiano e respingono.

Esistono poi coloro che, da odiatori folli, si sono trasformati in amanti incalliti.

Per il coriandolo come per il culo.

Coriandolo-rapporto-anale

Se i rapporti anali sono come il coriandolo, a questa Julia Child non deve piacere molto dare il culo…

Ma perché alcune persone trovano il sesso anale piacevole, mentre altre semplicemente lo odiano?

La prima risposta, quella istintiva, è che il sesso anale è doloroso. Da un punto di vista strettamente fisico, chi è alle prime esperienze è piuttosto comune che lo possa trovare doloroso o quanto meno fastidioso. Questo almeno fino a che non viene trovato il proprio modo.

Però….

Perché c’è un però.

Secondo uno studio condotto su 1738 donne eterosessuali (USA, 2012) è risultato che il 72% delle donne che praticano sesso anale hanno riferito dolore durante il rapporto con una maggioranza di “moderato” e “forte” (Herbenick, Debby, et al. “Pain Experienced During Vaginal and Anal Intercourse with Other‐Sex Partners: Findings from a Nationally Representative Probability Study in the United States.” The journal of sexual medicine 12.4 (2015): 1040-1051). Un analogo studio fatto su 24.787 omosessuali e bisessuali tra i 18 e gli 87 anni (USA, 2010) ha provato che l’85,8% di coloro che aveva avuto come ultimo rapporto uno anale, ha riferito di non aver provato dolore affatto o di averne provato poco (Rosenberger, Joshua G., et al. “Sexual behaviors and situational characteristics of most recent male‐partnered sexual event among gay and bisexually identified men in the United States.” The journal of sexual medicine 8.11 (2011): 3040-3050).

A me è venuto un dubbio. Che nelle coppie omosessuali il sesso anale sia vissuto come una gratificazione reciproca, una fonte di piacere, desiderata da entrambi con pari intensità. Mentre in un rapporto eterosessuale il rapporto anale venga visto dalla donna come una sua gentile concessione all’uomo. O almeno così venga visto da quel 72% che riferisce dolore durante la penetrazione.

Secondo voi, chi è più coinvolto e pronto, tra una donna e un omosessuale, stando ai dati sopra?

Chi è più voglioso, eccitato e aperto?

E se ve lo state chiedendo, sì: aperto nel senso più fisico che riusciate a immaginare….

E secondo voi, chi gode di più? E chi soffre di più?

Arrivati a questo punto vorrei sfatare un mito.

Dare il culo non fa male.

A meno di situazioni fisiche particolari, mediche e patologiche, non esiste una ragione fisica specifica perché ciò avvenga: l’ano e la zona perianale sono aree estremamente erogene e sensibili, sia negli uomini che nelle donne.

Signore, date il culo!

Per quanto riguarda le Signore, vi informo che la cavità vaginale e quella anale sono contigue, separate da un sottile strato di tessuti e adipe. Per dire: se io metto un dito nella vagina e uno nel retto, posso sentire distintamente i due polpastrelli toccarsi attraverso i tessuti.

Come se non bastasse poi, il vostro meraviglioso culetto è nel suo insieme collegato direttamente, attraverso le fasce muscolari e nervose che irradiano tutto il bacino e le pelvi, al CUV (il che???? Leggete qui…) che viene acceso e stimolato durante la masturbazione o un rapporto vaginale e vi permette di godere e squirtare.

 

Le differenze di fisiologie tra donna e donna sono infinite e la distanza reciproca tra ano, canale rettale e canale vaginale influenza l’intensità e la qualità delle sensazioni provate, ma in ogni caso le possibilità di godere e raggiungere un orgasmo durante un rapporto anale sono alte, ragazze mie.

Credetemi sulla parola!

Anche senza prostata.

 

Signori, pure voi! Non siete gay per forza!

A voi Signori che invece la prostata ce l’avete, non devo certo spiegare come quella strana ghiandola possa amplificare il vostro piacere (o devo?). ANCHE SENZA PER FORZA ESSERE OMOSESSUALI!

 

Posso capire che per chi si trova a dover decidere se provare oppure no, il semplice pensiero di mettere un oggetto dentro l’ano sembra qualcosa di insormontabile. Tecnicamente, l’ano, il retto e l’intestino crasso sono responsabili dell’assorbimento dei nutrienti e dell’eliminazione dei rifiuti. Capisco il concetto che si tratti di una uscita e non di una entrata… E so bene che il rivestimento del retto è delicato e può essere facilmente strappato e strappato, il che può essere doloroso e persino pericoloso. Se avete dubbi di carattere medico, vi consiglio di parlarne con il vostro medico ginecologo o andrologo (meglio del medico di base…). Oppure potete consultare questo sito. Ciononostante, sono altrettanto certa che, con la giusta quantità di tempo, voglia, tranquillità e lubrificante è pressoché possibile fare tutto ricavandone esperienze squisitamente piacevoli. 

 

Chiunque possa godere del sesso anale, se il suo corpo è d’accordo…

Ciò significa fondamentalmente che occorre approcciarsi al sesso anale con la mente aperta, sbarazzandosi di qualsiasi paura o vergogna, ascoltando il corpo e fermandosi e rallentando, se non si riesce a rilassarsi o si prova dolore. Il godimento che si ricava dal sesso anale è non tanto legato alle dimensioni di ciò che viene inserito nel retto, quanto piuttosto è figlio della consapevolezza, del pensiero e delle sensazioni emotive che circondano l’essere penetrato analmente. E pure il penetrare qualcuno…

E poi, ma solo in parte, della tecnica.